sabato 19 maggio 2012

17 maggio 2012: l’omofobia è ancora un problema


17 maggio 2012, Giornata internazionale contro l’omofobia, Italia: l’assenza di una legislazione organica che tuteli i cittadini da discriminazioni e abusi è ancora una questione aperta e irrisolta. Rispetto al recente passato (estate 2011, approvazione alla Camera delle pregiudiziali di incostituzionalità dell’ultima proposta di legge), ora abbiamo la novità di un governo cosiddetto tecnico, ma il problema è costituito dal Parlamento, che invece è sempre lo stesso. Dunque, nella famosa agenda della politica i problemi delle persone glbt ancora non hanno diritto di cittadinanza.
professori del governo tecnico sono impegnati nell’affrontare la crisi economica e finanziaria (per ora con risultati discutibili, tra l’altro) per la quale sono stati calati dall’alto a Palazzo Chigi e nei ministeri, ma va fatto presente che affrontare la questione omofobia – a volerlo fare – è roba di pochi istanti e a costo zero: le soluzioni sono sul piatto da decenni, bastano cinque minuti di consiglio dei ministri a decidere di ordinarle in una proposta concreta, e poi presentarla al Parlamento. Almeno questo dovrebbero farlo, perché un governo che si definisce tecnico dovrebbe essere indipendente da ogni tipo di ideologia, non solo quella partitica ma anche quella religiosa e deve supplire al fallimento dei partiti anche nella sfera civile dei diritti delle minoranze. Nessun paese può permettersi un governo che si occupi a tempo pieno di un solo tema (l’economia), per quanto importante.
Le soluzioni, per sommi capi: adeguare la legge Mancino, inserendo l’orientamento sessuale tra i motivi di discriminazione puniti dalla legge, legiferare sulle unioni civili (basta anche copiare dall’estero, ci vuole un attimo), attuare le frequenti raccomandazioni delle istituzioni europee sull’uguaglianza fattiva delle persone glbt in tema di famiglia, inserire nei programmi scolastici l’educazione al rispetto e al valore delle diversità, aggiornare i manuali di storia per raccontare alle generazioni future cosa è stato e cosa è ancora il razzismo, in tutti i suoi aspetti. Sembra il manuale per una perfetta  rivoluzione, ma si tratta, in fondo, solo di vedere il mondo per quello che è, assecondando i cambiamenti di una società che è sempre qualche passo più avanti della politica. Si tratta, in ultima analisi, di attuare la Costituzione sulla quale i ministri hanno giurato.
Sappiamo, tuttavia, che questo governo sarà pure competente in tema di economia e finanza, ma quanto al distacco dalle ideologie – soprattutto da quella cattolica – lascia piuttosto a desiderare.
Ci sbagliamo? Allora, esimio professor Monti, ci smentisca coi fatti, e ci sorprenda! L’aspettiamo.

Già pubblicato qui.

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