
L'eufemismo (dal
verbo greco ευφημέω (Euphemèo), «risuonare bene» oppure dal verbo greco ευφημί
(Euphemì), «parlar bene, dir bene») è una figura retorica che consiste nell'uso
di una parola o di una perifrasi al fine di attenuare il carico espressivo di
ciò che si intende dire, perché ritenuto o troppo banale, o troppo offensivo,
osceno o troppo crudo. Ad esempio: «Questo piatto lascia a desiderare» per non
dire che è ripugnante; «Una persona non particolarmente intelligente» per non
dire che è stupida; «Il caro nonno non è più tra noi» per attenuare una
proposizione di senso troppo crudo del tipo «Il nonno è morto»; «La mamma è
passata a miglior vita» per indicare che è deceduta.
_____________________________________________________________________________________________
A volte è davvero
necessario usare le parole appropriatamente, è necessario chiamare le cose col
loro nome; specialmente in un'epoca - quella in cui viviamo - dove l'uso del
linguaggio è un'arma potente, e quest'arma è troppo spesso in mano a individui
e istituzioni che la usano per confondere e fregare il prossimo, costruendosi
un potere di vita e di morte su chi si lascia affascinare. Ad esempio la
parola: razzismo.
In alcuni ambienti
viene comunemente stigmatizzato l'uso che taluni farebbero di questo vocabolo,
si sostiene che si può usare - semmai -
solo per definire eventi e personalità che la storia ha già catalogato,
giudicato e messo da parte. Ad esempio i regimi nazifascisti del '900, la loro
controparte nel socialismo reale, la segregazione razziale nelle Americhe ai
danni dei neri deportati dall'Africa come schiavi, o quella nel Sudafrica ad
opera della classe dominante scesa dall'Europa. Al massimo il Ku Klux Klan coi
cappucci bianchi, i cappi appesi agli alberi e i roghi delle baracche. Insomma,
atteggiamenti fin troppo facilmente identificabili come discriminatori e
fondati su un qualche tipo di ideologia, a seconda delle vittime della
discriminazione, ma non certo l'avversione nei confronti delle persone
omosessuali (termine col quale da qui in poi ci riferiremo a tutte le persone
glbt: gay lesbian bisexual e transgender), tra le vittime preferite di certa
propaganda religiosa, in questo periodo storico. In fondo - è tra gli argomenti
di autodifesa di costoro - gli omosessuali possono già fare quello che vogliono
(meglio se a casa loro, s'intende) e non hanno bisogno di altre tutele, anzi,
la loro sarebbe persino una lobby mondiale, una sorta di Spectre che mira a
svilire la natura umana e minare la società intera e la famiglia tradizionale,
basate entrambe sul matrimonio eterosessuale e religioso. Una minaccia
concreta, quindi.
Che cos'è il
razzismo? Solo la stigmatizzazione di presunte differenze etniche, genetiche,
culturali o storiche tra i popoli della Terra portata all'eccesso? Vediamo che
ne dice il dizionario (De Mauro):
razzìsmo
s.m.
CO insieme degli
orientamenti e degli atteggiamenti che distinguono razze superiori da razze
inferiori e attuano comportamenti che vanno dalla discriminazione sociale,
giuridica e istituzionale alla persecuzione e allo sterminio di massa, volti a
tutelare la purezza della razza superiore e la sua egemonia sulle razze
inferiori. estens., ogni atteggiamento discriminatorio variamente motivato nei
confronti di persone diverse per categoria, estrazione sociale, sesso, opinioni
religiose o provenienza geografica
e Wikipedia è ancora
più precisa:
(...) in senso
colloquiale definisce ogni atteggiamento attivo di intolleranza (che può
tradursi in minacce, discriminazione, violenza) verso gruppi di persone
identificabili attraverso la loro cultura, religione, etnia, sesso, sessualità,
aspetto fisico o altre caratteristiche.
Questo basta e
avanza.
La teoria della
Chiesa cattolica, e quindi della religione che rappresenta (condivisa nella
sostanza dall'islamismo e dall'ebraismo, e da una serie di altre religioni,
sette, filosofie e ideologie minori) sull'omosessualità è enunciata in maniera
esemplare in questo documento, intitolato Alcune considerazioni
concernenti la risposta a proposte di legge sulla non-discriminazione delle
persone omosessuali svolte dalla Congregazione per la Dottrina della Fede
(la quale, ricordiamo, deriva dal Sant'Uffizio e quindi, storicamente, dal
Tribunale dell'Inquisizione, fino al 2005 e per ben 24 anni retta dall'attuale
papa Joseph Ratzinger, che quindi 'firmò' di suo pugno questo documento), ed è
che l'omosessualità sia una una tendenza, più o meno forte, verso un
comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale, una
inclinazione oggettivamente disordinata, una pratica che sta minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di
persone; insomma una specie malattia psicologica (oltre che un peccato
vero e proprio, ma solo se "praticata"), nonché una prova che dio
(non sapendo che altro fare) avrebbe dato solo ad alcuni. Nonostante questo, gli "psichiatri
cattolici" si sono di fatto inventati una nuova, grossolana (eufemismo...)
branca della psicologia che va contro tutte le altre, propugnata da improbabili
e discussi 'specialisti', e pazienza se ha provocato una netta presa di
distanza da parte dell'Ordine dei Medici e degli Psicologi.
Quindi: una devianza
netta rispetto alla "normalità" (l'uso delle virgolette è d'obbligo)
o "naturalità", dove la sessualità e l'affettività omosessuale, e quindi
per estensione - negli inevitabili sviluppi socioculturali - tutto l'individuo
che ne è titolare, deve essere intesa come anormale, innaturale; in una parola:
inferiore.
Il documento appena
citato, tra l'altro, scinde nettamente la persona dalla sua sessualità, la tendenza dalla pratica. E' un modo a dir poco limitato
(altro eufemismo...) di intendere la sessualità e tutto quello che le sta
intorno: una delle forme di comunicazione tra esseri umani più completa,
totalizzante, profonda, giacché - e almeno questo concetto i credenti
dovrebbero capirlo - gli uomini non comunicano tra loro solo a parole. (A
scanso di equivoci: ci riferiamo a esseri umani maturi, consapevoli e
consenzienti.) Aspetti perversi di questa spiacevole visione della sessualità emergono
poi anche nella cosiddetta "terapia riparativa" di cui sopra, quando
al "malato" omosessuale viene chiesto ossessivamente se ha subito
penetrazioni anali e se si, quante. In effetti c'è una certa coerenza: anche
parlando di amore coniugale si interessano solo al numero di penetrazioni
vaginali, in quale posizione e quante volte avvengono.
Desolante davvero,
questo si che è snaturare e avvilire l'essere umano, frantumare con violenza la
sua completezza nel nome della sessuofobia di cui soffrirono alcuni di quelli
che scrissero migliaia di anni fa quei testi poi diventati sacri per la
religione.
Tutto questo mentre
qualcuno si aspetta persino una prova che l'omosessualità sia un difetto genetico
e come tale curabile, stavolta con terapie chirurgiche, cosa che la 'scienza'
cattolicista potrebbe persino arrivare a dimostrare: d'altronde, se sostengono
che una vergine può partorire e rimanere tale!
Tornando al tema, la
parola chiave è: minaccia.
Adolf Hitler, nel
Mein Kampf, affermò che l'incrocio delle razze determina il decadimento fisico
e spirituale della razza superiore; dunque è una minaccia. Come furono una
minaccia - giova ricordarlo, visto che ogni volta che si celebra la Giornata
della Memoria (magari con pelose ri-scuse papali agli ebrei) nessuno se ne
ricorda - le persone omosessuali, i rom, gli oppositori del regime in genere.
La persecuzione
contro gli omosessuali in Germania conta circa 100.000 persone arrestate,
centinaia di castrazioni per ordine del tribunale e 15.000 deportati nei lager.
C’è chi parla di 600.000 vittime perché molti gay vennero arrestati in quanto
ebrei o dissidenti. Solo nel 2002 il Parlamento tedesco, che pure non ha nulla
a che vedere col regime nazista, ha chiesto ufficialmente scusa agli omosessuali.
Ecco, non è difficile
scorgere nell'omofobia istituzionale e culturale di oggi delle sinistre
similitudini con la discriminazione degli ebrei dei secoli scorsi; in fondo gli
argomenti sono quasi gli stessi: le accuse di Hitler agli ebrei furono molto
pesanti, egli sosteneva che l'ebreo una volta arricchitosi è in grado di
influenzare il potere politico contro gli interessi della stessa nazione. Se
invece l'ebreo non si arricchiva diventava un comunista, per cui in entrambi i
casi egli aspirava al dominio del mondo.
Insomma, a loro
veniva imputato di voler dominare il mondo mediante azione di lobbing
sotterranea, di voler impadronirsi del denaro dell'occidente; e poi gli ebrei,
secondo la propaganda antisemita, erano tirchi, avidi, persino brutti; tutti
luoghi comuni che in parte resistono tutt'ora, lo sappiamo bene.
E'
straordinario come le due situazioni coincidano: ebrei allora, persone
omosessuali allora e ancora oggi, tutti costituiscono una minaccia, vuoi alla
'purezza della razza', vuoi alla 'natura umana' (per la religione cattolica),
basata sulla famiglia eterosessuale fondata sul matrimonio cristiano e
finalizzata alla procreazione. Le persone omosessuali vengono invariabilmente
definite contro natura, viziose, ideologizzate (nel presunto tentativo di imporre
uno 'stile di vita gay'), anche solo la loro visibilità è quanto meno
diseducativa, se non potenzialmente traviante per la gioventù di sani principi
etici. Le coppie omosessuali, poi, essendo sterili (persino costituzionalmente
sterili, secondo l'ineffabile ex ministro Mara Carfagna), sono fondate su un
capriccio, dannose per la morale, egocentriche e arroganti nella loro pretesa
di adottare bambini. Insomma contengono un difetto genetico e un seme
ideologico che se lasciato germogliare può distruggere il mondo. Quindi,
persone e coppie omosessuali sono minacciose.
Ed è perfettamente
inutile ricordare a costoro che da tempo l'OMS ha derubricato la omosessualità
come malattia, inutile ricordare il documento di condanna dell'omofobia
dell'Unione Europea. Le risposte saranno invariabilmente queste: in Europa c'é
la lobby gay/comunista (e poco importa che il Parlamento Europeo sia a
maggioranza Popolare cioè di centrodestra), la natura ha creato uomo-e-donna, e
tutte le altre forme di pseudo-affettività vanno combattute e/o curate.
Menzogne risolutamente ripetute, con abile strategia propagandistica ben
collaudata, basata sulla negazione dell'evidenza.
Dunque, se
"l'incrocio delle razze determina il decadimento fisico e spirituale della
razza superiore", il riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali, e
ancora prima l'accettazione dello stile di vita omosessuale,
provoca lo snaturamento della famiglia tradizionale e dell'intera società
fondata sul matrimonio eterosessuale. Le due cose coincidono: un evento
(l'incrocio delle razze e il riconoscimento pubblico delle persone omosessuali)
provoca una reazione disastrosa (decadimento della razza superiore e rovina
della famiglia tradizionale e della società). Un meccanismo pseudo logico,
ovviamente non dimostrabile ma tuttavia inalterato nel tempo nella sua follia
ideologica, e portatore di conseguenze nefaste - queste vere e constatabili -
per le persone che sono oggetto della discriminazione. Ma solo quello di Hitler
si può chiamare razzismo, per gli adepti del politicamente corretto, non quello
di Joseph Ratzinger, Karol Wojtyla e i loro predecessori. Il Mein Kampf è
razzista, il Catechismo della Chiesa cattolica no.
E' ora di finirla con questa
ipocrisia.
In tutto ciò come
detto, il ruolo della Chiesa cattolica, in realtà delle religioni monoteiste
(nonché, va riconosciuto, di altre ideologie totalitarie - a cominciare dal
comunismo - che tuttavia sono venute molto dopo e sono durate infinitamente
meno), è ancora determinante: è l'alfa e l'omega di tutte queste idee deliranti
e delle persecuzioni che si sono protratte per millenni, è la più portentosa
fabbrica di discriminazione e odio sociale mai apparsa sulla faccia della
terra. Non va dimenticato che solo fino a un paio di secoli fa la Chiesa cattolica
- che allora coincideva con lo Stato - praticava tutto l'armamentario di
angherie e soprusi che oggi tutto il mondo imputa con orrore ai regimi
teocratici islamici: arresti, torture, esecuzioni.
E' stata dimostrata
la falsità dei Protocolli dei Savi di Sion, formidabile rilancio in epoca
moderna di un antisemitismo già ben avviato dai cristiani; ma è davvero dura
disinnescare la pericolosità dell'interpretazione pretestuosa, ideologica e
decontestualizzata di due o tre passaggi dei testi sacri della religione, che
risalgono a migliaia di anni fa, dalla vicenda di Sodoma alle poche righe
scritte dal sessuofobo e misogino esaltato Saulo di Tarso, un convertito al
cristianesimo; guarda caso.
Questa tendenza,
adeguata ai tempi, permane ben radicata negli interventi pubblici delle
gerarchie (innumerevoli gli esempi) e nella Dottrina ufficiale: il capoverso 7
del documento firmato da Ratzinger sopra citato è esemplare, anche per
l'astuzia perfida con la quale è stato formulato:
«Va deplorato con
fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di
espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la
condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una
mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si
basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev'essere
sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni».
Si, però...
« [...] la doverosa
reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può
portare in nessun modo all'affermazione che la condizione omosessuale non sia
disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l'attività
omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una
legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può
rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso
dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte
guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano».
Chiarissimo. Come
dire: se la donna mette la minigonna non può lamentarsi se poi la stuprano.
Tanto chiaro che
tempo fa qualcuno oltre Tevere si è preso la briga, ufficialmente con una
"iniziativa personale" (ancora un eufemismo), di scrivere una lettera
ai deputati del Partito Popolare Europeo a Strasburgo chiedendo il loro impegno
per "modificare un progetto di risoluzione sulle discriminazioni
sessuali", che prevedeva nella stesura iniziale il voto su delle norme
sulla discriminazione di genere, con implicito un accenno a una normativa sulla
legalizzazione delle coppie omosessuali, vero spauracchio delle gerarchie
cattoliche. Sullo sfondo della grottesca pretesa cattolica - avanzata persino
all'Onu - di non discriminare quei paesi che discriminano (e spesso uccidono)
gli omosessuali.
Coerenti, non c'è che
dire, nella loro istigazione all'odio, alla discriminazione, al disprezzo delle
diversità, con la loro arroganza politica di tendenza eversiva quando si invita apertamente a disobbedire alle leggi che vanno contro la loro etica. Sempre lì a
indicare al popolo dei fedeli (e non) chi sono i nemici di turno. E tutto nel
nome del Dio dell'amore e della carità.
Ecco perché parliamo
di razzismo: per dimensioni, diffusione planetaria e per la ferocia che la
caratterizza, l'omofobia è l'ultima, grande tragedia del razzismo nel mondo. E
la protagonista assoluta, prima attrice e agente, è ancora una volta la
religione e chi la propugna e la fiancheggia, tentando anche di portarla nelle
istituzioni: i politici dichiaratamente cattolici (conta poco se lo sono
veramente) che confondono la democrazia con la dittatura della maggioranza e le
loro esternazioni sguaiatamente omofobe (« [...] considerando che le
dichiarazioni e le azioni dei dirigenti politici e religiosi hanno un impatto
considerevole sull'opinione pubblica e che quindi essi hanno l'importante
responsabilità di contribuire in modo positivo a un clima di tolleranza e
parità», dice non a caso ed esplicitamente il documento della UE sopra
citato), ma soprattutto i loro instancabili tentativi di trasformare in legge
il precetto religioso, trasformando di fatto la democrazia laica in uno stato
etico. Per la proprietà transitiva, sono - evidentemente - razzisti pure loro.
Ma guai a parlare
chiaramente di razzismo, si offendono.
Non ci deve interessare
se lor signori si dispiacciono se li chiamiamo razzisti, perché è quello che
sono: razzisti. La religione è razzista, il papa è razzista, il clero e anche i politici cattolici (tolte le eccezioni) sono razzisti.
Ristabilire la realtà dei fatti nella sua chiarezza, dare a ogni cosa il suo nome, spezzare la millenaria catena di mistificazione grazie alla quale prosperano ideologie e follie collettive, è importantissimo nel cammino verso la maturità e la consapevolezza di un paese e di un popolo che si vuole definire civile e giusto, una democrazia matura.
Ristabilire la realtà dei fatti nella sua chiarezza, dare a ogni cosa il suo nome, spezzare la millenaria catena di mistificazione grazie alla quale prosperano ideologie e follie collettive, è importantissimo nel cammino verso la maturità e la consapevolezza di un paese e di un popolo che si vuole definire civile e giusto, una democrazia matura.
Altrimenti che
dovremmo fare per compiacerli ancora, perseverare nell'ipocrisia, usare un
grazioso eufemismo e chiamarli diversamente tolleranti, così
salviamo la forma e siamo tutti contenti?
Modificato il 30 luglio 2012
Nessun commento:
Posta un commento