lunedì 28 marzo 2011

La Roma di Alemanno

Uno sguardo da lontano sulla capitale. Secondo un recente sondaggio il sindaco di Roma Gianni Alemanno (Pdl) è sceso dalla terza alla diciannovesima posizione nella classifica dei sindaci più amati d'Italia, perdendo circa il 5% dei consensi, che per la cronaca restano comunque superiori al 55% (59,1%, per l'esattezza), percentuale minima per entrare nella classifica. Il diretto interessato si è dichiarato «entusiasta» del risultato, perché -egli afferma- è straordinario nonostante le campagne mediatiche degli avversari.

Ma com'é la Roma di Alemanno? Chi ci vive lo sa bene: la città è depressa dalla politica del governo nazionale, presieduto com'é noto dai suoi colleghi di partito, che seguita a tagliare fondi ma si intromette comunque per fare la giunta, scegliendone insieme (o al posto?) al sindaco i componenti, come il recente rimpasto ha dimostrato 'segando' l'assessore alla Cultura Umberto Croppi, secondo alcuni unico esponente di un certo livello nella giunta Alemanno-uno, colpevole di aver aderito a Futuro e Libertà.


La città, dicevamo, è insopportabilmente sporca, trascurata, triste, in balìa di lobbies aggressive come quella dei tassisti e dei "cartellonari", come denunciano i numerosi blogs antidegrado nati spontaneamente sul territorio, con aziende municipali usate come parcheggi per raccomandati, e in generale con servizi che peggiorano in qualità malgrado la propaganda della destra; che è l'unica cosa che funziona egregiamente, come dimostrano i muri perennemente tappezzati da manifesti abusivi periodicamente condonati dalla casta (destra e sinistra); ecco perché lascia basiti la dichiarazione del sindaco sull'esito del sondaggio: sono consensi evidentemente persi soprattutto tra i suoi elettori e sostenitori, evidentemente insensibili alle campagne della sinistra, e tra quelli che pur non avendolo votato speravano in un miglioramento della città rispetto alle precedenti giunte di centrosinistra. Secondo un sondaggio del Corriere.it, infatti, la città non è affatto migliorata dopo i primi due anni della giunta Alemanno (circa per l'ottanta per cento di chi ha votato): gli occhi ce li hanno tutti, e non solo per leggere i manifesti sui muri. Solo l'imperturbabile sindaco, pur criticato anche da destra, può essere soddisfatto del suo lavoro.


Ma dove la Roma di Alemanno desta viva preoccupazione e indignazione, pur essendo solo la perfetta riproduzione in piccolo di ciò che succede nel Paese tutto, è nella qualità estremamente clericale e confessionale della sua azione di governo, una scelta ideologica precisa ed evidentemente ben programmata: tra le altre iniziative ricordiamo la annunciata costruzione di ben 51 nuove chiese (in un contesto in cui cresce la secolarizzazione e calano le vocazioni), la prima delle quali su un terreno a Tor Vergata donato dal demanio -cioé suolo pubblico- al Vicariato, in una città in preda alle speculazioni edilizie ma che ha fame di case popolari. Poi la recente nomina di un esponente cattolico come Gianluigi De Palo, presidente delle Acli romane e del Forum delle famiglie del Lazio, ad assessore alla Scuola e alla Famiglia; l'inseguimento della Polverini, presidente della Regione Lazio, nel tentativo di affossare i consultori pubblici e le proposte sulle unioni civili (salvo poi fare passerella al Gay Village); la costruzione di un ospedale gestito dal Vaticano (ma -pare- finanziato dalla Regione Lazio) adiacente la basilica di S. Paolo, sopra reperti archelologici di pregio e senza alcuna concessione.


Il tutto tra le continue richieste di udienza e di «sostegno e paterno incoraggiamento» al Papa anche in forma di appoggio politico verso l'assegnazione delle Olimpiadi del 2020 (che tipo di "sostegno" dovrebbe dare il capo di uno stato estero, il Vaticano?). E ora arriva la presentazione dell'idea di allestire degli asili nido all'interno delle parrocchie, definite "presidi sul territorio", che verrebbero denominati "Punti-famiglia". Invece di costruirne di comunali -e laici- visto che ne mancano parecchi e le liste di attesa sono lunghissime per i bimbi romani e le loro famiglie. Da notare che nel progetto, presentato in anteprima nel corso del 2010, era previsto che ad occuparsi dei "Punti-famiglia" presso le parrocchie fossero le cooperative cattoliche denominate "Famiglie solidali", il cui rappresentante legale era... Gianluigi De Palo. Il tutto mentre si è ottenuto di poter aumentare il numero di consiglieri e assessori, e si taglia del 75% l'assistenza ai malati di aids.


E' una formidabile ipoteca sul futuro che il Pdl romano e la Chiesa si stanno assicurando, con la possibilità di influenzare le giovani generazioni costringendo le famiglie -non solo quelle cattoliche- ad esporre la propria prole all'indottrinamento ecclesiale.


Ci sono tutti gli elementi per poter dire che la giunta presieduta da Alemanno sia una delle più ideologiche e confessionali dall'unità ad oggi, ove lo Stato abdica al suo ruolo in favore di una religione, con una cessione graduale e costante di sovranità e responsabilità; il confessionalismo messo alla porta (Porta Pia) nel 1870 viene fatto rientrare dalla finestra del Campidoglio, purtroppo nell'indifferenza generale.



Già pubblicato qui.

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