lunedì 7 marzo 2011

Alcune considerazioni sull'unità dei laici



Il neonato Coordinamento Laico Nazionale è una iniziativa quanto mai opportuna nel nostro Paese, infatti di fronte allo strapotere della Chiesa è necessario unire le forze e parlare a una sola voce per emergere, non ci sono alternative all'unità dei laici. Che possa essere una iniziativa efficace, lo dimostrano anche alcune scomposte reazioni clericali.

Parallelamente alle benemerite iniziative di mobilitazione del Coordinamento o delle singole associazioni e spesso delle singole persone sul territorio, però, è necessaria anche una riflessione (e conseguente confronto) su dove -e come- convogliare le energie, quali sono le iniziative che possono essere condivise, quali sono le priorità nell'immediato ma anche su come rafforzare l'iniziativa sul lungo periodo, essendo latitante nel nostro Paese una diffusa coscienza laica, liberale e autenticamente democratica, un'ossatura che in molti paesi non solo europei (si pensi alle manifestazioni per la laicità svolte nella cattolicissima Spagna ma anche in Turchia e recentemente in Tunisia e in Libano) è già esistente e che qui bisogna costruire partendo dalle fondamenta; e questo è un lavoro che inevitabilmente toccherà a noi. Infatti, è inutile rivolgersi alla politica, sappiamo bene che la laicità non è nell'agenda di nessun partito, se non occasionalmente e solo per periodico e temporaneo opportunismo, sappiamo che la laicità non 'paga' in termini di consenso elettorale; il grosso della popolazione in effetti ignora persino il significato del termine laicità, o si fida della descrizione che ne fa il papa quando si affaccia al balcone la domenica. Così come sappiamo che una fetta importante dei cittadini si forma opinioni basandosi esclusivamente sull'informazione "ufficiale", telegiornali soprattutto.

Un ipotetico partito esclusivamente votato alla causa della laicità (o peggio ancora dell'ateismo), poi, non avrebbe sufficiente visibilità sui media controllati dal potere filo-vaticano, e non darebbe sicurezza al grosso dell'elettorato, che è giustamente sensibile a tutti i problemi irrisolti della nostra Italia e non solo ad alcuni. Invece dobbiamo costituirci come lobby, una lobby uguale e contraria a quella dei cattolici, e mettere il nostro pacchetto di voti sul mercato della politica.

Dunque, nell'immediato si potrà partire dal bell'intervento di Laura Balbo al Meeting "Liberi di non credere" organizzato dall'Uaar nel settembre del 2009: «Noi che siamo qui» dice la sociologa e Presidente onoraria dell'Uaar «siamo già consapevoli, ma come fare per raggiungere gli altri?». In effetti questo è il nucleo del problema: l'ideale -che non sembri un azzardo- è arrivare a interessare e coinvolgere le stesse masse che attualmente sono disposte ad affollare le piazze nella protesta contro il "bunga bunga" o contro i continui attentati alla dignità del lavoro e della scuola pubblica, perché i problemi legati alla (mancata) laicità dello Stato non sono meno importanti, ma siamo solo noi a rendercene conto, e non serve a nessuno che seguitiamo a restare una ristretta e isolata 'elite culturale' consapevole, se non siamo capaci a interessare il resto del Paese.
____________________________________________

Siccome la battaglia va combattuta anche sul terreno dei media (si, quegli stessi media che gridano periodicamente alla censura ma poi non dedicano che uno spazio infinitesimale alle questioni legate alla laicità, anche se interessano una parte non trascurabile di cittadini), in un Paese dove l'apparire conta più dell'essere, è importante che ci vedano, magari pure che ci contino, insomma che non possano più ignorarci, quindi una buona campagna comunicativa (non necessariamente mera pubblicità, cosa che ovviamente ha i suoi costi) sarebbe importante; ma nel caso andrà 'sorpassato l'ateobus: inutile discutere di teologia o di massimi sistemi (dio c'é /dio non c'é), piuttosto evidenziare chiaramente che i non credenti non sono liberi quanto i credenti, e che questo non è giusto visto che sia gli uni che gli altri sono cittadini contribuenti allo stesso modo; ed e' venuto il momento che tutti lo sappiano.
Anche la chiarezza di linguaggio è indispensabile: noi sappiamo che la Chiesa e i politici e opinionisti clericali usano il collaudato sistema della ripetizione ossessiva di una menzogna fino a farla diventare verità o dato di fatto acquisito. Parlano, ad esempio, della famiglia come fosse un'entità astratta oppure un blocco solido, estraneo alla realtà quotidiana ma uguale per tutti, come se al rovinarsi di una sola famiglia su milioni e milioni nel mondo fosse tutto l'istituto della famiglia-blocco unico a essere compromessa. Noi dobbiamo essere in grado di spiegare la verità in modo chiaro, inequivocabile e convincente, per esempio usando la metafora della sedia: parlando della estensione dell'istituto -laico e civile, non certo religioso- del matrimonio anche alle coppie omosessuali, si potrà evidenziare che non si tratta di togliere una gamba alla sedia (l'istituto famiglia), che in quel modo certo casca, ma si tratta di parlare di un'altra sedia, da affiancare e non per sostituire quella già esistente. Insomma bisogna saper spiegare in modo convincente che dare diritti a chi non ne ha non implica affatto toglierne a chi già ne ha.

Anche per questo è importante che le adesioni al CLN aumentino, e coinvolgano movimenti (un esempio) e associazioni anche normalmente non votate alla causa della laicità, è importante mettere insieme le capacità di mobilitazione delle singole associazioni (come esempio basta constatare come la semi-sconosciuta Facciamo Breccia sia stata capace -nell'indifferenza generale dei media- a portare in piazza qualcosa come cinquemila persone circa, pur con una piattaforma "aggressiva" come il No-Vat), ed è importante conivolgere anche personaggi noti, che fanno più "ascolto" nel mondo della comunicazione e aumentano il nostro valore sul mercato della politica e della stessa comunicazione, due cose che spesso coincidono. Che non scandalizzi questa logica "mercantile", se serve a raggiungere lo scopo.

Ancora: come fa già l' Uaar, in prossimità delle tornate elettorali compilare una lista di candidati con la schiena dritta, disponibili a rappresentare le nostre istanze in caso di elezione, lista da far girare per il web, oppure inviare lettere ai giornali firmate direttamente dal CLN (le associazioni in genere vengono considerate più dei singoli cittadini) per immettere nel dibattito sulla laicità -quando si fa- anche il nostro punto di vista altrimenti passato in sordina. Sono tutte soluzioni pressoche a costo zero, chi ha altre idee si faccia avanti.
_______________________________________________

In sintesi: è indispensabile creare un movimento d’opinione COESO e ben VISIBILE, che si manifesti nella sua compattezza e risolutezza ogni volta che serve. Così si potrà verificare un processo inverso a quello di oggi: saranno i partiti (o i singoli politici, il che in parte già avviene) a venire a offrire la loro disponibilità a rappresentarci in Parlamento; sarà un pò meschino questo mercanteggiare, ma di necessità virtù. La visibilità è ciò che ci manca per cominciare, e ci può arrivare attraverso il percorso iniziato col CLN.
Oltretutto il momento pare propizio, con la Chiesa in difficoltà per lo scandalo pedofilia, il calo del gettito dell'otto per mille e il sempre più imbarazzante appoggio incondizionato al paradossale difensore dei 'valori cristiani' Berlusconi; il ferro va battuto finché è caldo. Forse abbiamo già perso il treno delle prossime elezioni, che tutti danno per imminenti, ma almeno per il tempo della prossima legislatura dobbiamo prepararci e costruire qualcosa di solido.

________________________________________________________

Infine, last but not least, è necessaria anche una umile e costruttiva autocritica per quella propensione suicida alla frammentazione delle iniziative e moltiplicazione delle associazioni, un atteggiamento a volte dovuto forse a puro narcisismo e che produce solo colpevole dispersione delle energie, si dovrà capire a cosa siamo disposti a rinunciare ad esempio in termini di visibilità dei singoli a vantaggio dell'iniziativa collegiale, concordata insieme alle altre realtà laiche. Insomma, le singole realtà dovranno cedere parte dell'autonomia decisionale (che può restare autonoma per tutto il resto) al CLN sui temi di interesse generale, per conferirgli quella necessaria agilità e autorevolezza che è indispensabile. Per non rendere tutto inutile, per l'ennesima volta.

Questo è il "compitino" che noi tutti potremmo svolgere nei prossimi mesi.


pubblicato in versione 'sintetica' qui.

Nessun commento: