martedì 3 maggio 2011

Cercasi cattolici adulti disperatamente



«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati; essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità». (Mt 23, 27-28)

Mohandas Karamchand Gandhi racconta nella sua autobiografia di come era disgustato e scandalizzato dai cristiani che stavano tentando l'evangelizzazione dell'India, di come essi, per dimostrare la presunta superiorità della loro fede che contempla il sacramento del perdono, peccavano ostentatamente e ripetutamente di fronte agli indigeni (forti di millenni di tradizione spirituale locale), tanto poi andavano a confessarsi e tornavano 'immacolati'.



Altro secolo, altro continente, ma stessa storia. Sappiamo che, esattamente come accade per la politica, c'é uno scollamento a tratti considerevole tra le gerarchie della Chiesa cattolica e la 'base' dei fedeli, o di quanti si dichiarano tali. Il grosso dei fedeli riprova l'ipocrisia e l'oscurantismo fuori tempo massimo delle suddette gerarchie, ma si arresta intimorita di fronte al concetto di Chiesa - corpo mistico di Cristo, e ritiene che contestare non rientri tra i compiti del fedele. Eppure il Vangelo racconta chiaramente come Gesù, il fondatore, ricordiamo, del cristianesimo (ma in effetti non del cattolicesimo) impiegasse parte importante del tempo dedicato al proselitismo a smascherare l'ipocrisia dei farisei, non stava chiuso in un silenzio complice; quei farisei che «parlano, ma non fanno. Essi legano infatti fardelli pesanti e insostenibili e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito». (Mt 23, 4)



Anni fa l'ex premier Romano Prodi si fregiò del fortunato epìteto di "cattolico adulto", sdoganandolo e portandolo all'attenzione dell'opinione pubblica, andando a votare al referendum sulla procreazione assistita; disobbedendo quindi al diktat delle gerarchie e compiendo in quel modo un atto che potremmo definire di "disobbedienza civile" nei confronti di una posizione insostenibile (anche per un credente) dei vescovi, che invitavano a boicottare il referendum.


Oggi che si sta consumando l'ennesimo mercimonio tra politica e chiesa politicante ai danni della dignità e libertà delle persone, anche di quelle cattoliche, ci chiediamo: dove sono finiti i cattolici adulti? Dove sono ora che si fa prossimo il varo di una legge ignobile sul fine - vita, legge che nega il libero arbitrio che pure dovrebbe far parte anche del patrimonio di fede dei credenti, come strombazzano papi e vescovi in continuazione e come ha dimostrato persino il neo beato Karol Wojtyla nelle ultime ore della sua vita («lasciatemi andare alla casa del Padre»)? Stranamente, nelle costosissime celebrazioni per la creazione del nuovo idolo cattolico di questo episodio pur così importante non se ne fa menzione.



Il libero arbitrio è davvero solo quello di aderire totalmente e acriticamente al magistero della Chiesa, che di fatto annulla questa libertà?



Se parte dei cattolici pensano -a ragione- che questa Chiesa sta devastando l'essenza stessa del cristianesimo, per trasformarlo in ideologia a metà tra assolutismo e volgare inciucismo, bieca ricerca di potere temporale, perché tacciono, perché non alzano la voce finalmente? Si deve per forza obbedir tacendo al magistero anche quando è in palese contraddizione -il magistero e chi l'ha concepito- col messaggio evangelico?



«Eleggetevi quindi episcopi e diaconi degni del Signore, uomini miti, disinteressati, veraci e sicuri» e « Correggetevi a vicenda» (Didaché, capitolo XV)



Questo è un invito alla ribellione pacifica.
Difatti, se è «impossibile negare che oggi di fatto la Chiesa insegna alcune idee promosse da cattolici adulti del passato, oggetto, quando le manifestarono, di esplicite condanne ecclesiastiche», come scrive il teologo dissidente Vito Mancuso, è evidente che per il cattolico adulto non è più tempo di tacere, di rendersi complice di una Chiesa i cui vertici sono ormai compromessi come e più che nei secoli bui della teocrazia, non è più tempo di aspettare invano l'avvento di un nuovo Francesco d'Assisi (nel frattempo tradito anch'egli, "normalizzato" e assorbito nella macchinosa, mostruosa burocrazia ecclesiale) o un Martin Lutero italiano, a rimettere Dio al posto che gli compete (agli occhi di un credente), è tempo invece di lasciare le sottane del vaticano, finalmente sole e dimenticate, a fare il bagno nelle monetine come Paperon de' Paperoni, a lucidare l'anello del potere nel buio come il Gollum di Tolkien, e di ottenere finalmente una Chiesa che dia a cesare quel che è di cesare e a dio quel che è di dio.

Biotestamento, omofobia, privilegi insopportabili al clero, vergognosa assoluzione del berlusconismo e altro ancora: ci attendiamo finalmente un autentico risveglio della fede attraverso una presa di posizione corale, inequivocabile, chiara e forte da parte dei cattolici adulti, tutti, per non lasciare soli i pochi preti "di frontiera" che -pressoché unici tra chi porta la divisa vaticana- predicano nel deserto. Non è più tempo di tacere.



«Vennero a Gerusalemme e Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare coloro che vendevano e compravano nel tempio; rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi». (Marco 11, 15)

Già pubblicato
qui.

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