lunedì 15 novembre 2010

Cinque luoghi comuni sui gay e un appello a Tremonti



Visto che ogni volta che si parla di persone omosessuali si scatena il solito dibattito basato su luoghi comuni e pregiudizi, proviamo a fare un po' di chiarezza, sperando di essere d'aiuto a chi attualmente forma il proprio pensiero ascoltando una campana sola. Sintetizzando quanto più possibile per motivi di spazio, ma invitando chi legge ad approfondire senza ulteriori preconcetti.

1 "l'omosessualità è contronatura"

A chi fa questa obiezione si dovrebbe chiedere: cos'é la natura? Cos'é naturale e cosa no? Tutto ciò che esiste è 'naturale' per il fatto stesso di esistere, quindi lo è anche l'omosessualità, variante dell'orientamento affettivo e sessuale, che peraltro si manifesta -è stato dimostrato- in numerose specie animali e non solamente nell'uomo, per non parlare dell'ermafroditismo di alcune specie animali (e vegetali); che facciamo, dichiariamo "contronatura" anche il regno animale? E' inoltre da rilevare che si tratta di un fenomeno di minoranza ma che è sempre esistito (ed esisterà sempre), quindi anche l'obiezione comune che dice: "se fossimo tutti gay l'uomo si estinguerebbe", suona semplicemente paradossale e fuori luogo: non siamo tutti gay, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai, altrimenti dovremmo essere estinti già da un pezzo.
In realtà questa obiezione si fonda solamente sulla morale di alcune religioni (prima che si affermassero, infatti, l'omosessualità non era affatto "contronatura"), morale a sua volta fondata su alcune interpretazioni di alcuni passi dei testi sacri sulle quali non c'é mai stato un sentimento univoco nemmeno all'interno della stessa Chiesa Cattolica (di cui ci occupiamo perché siamo in Italia, ma il discorso va esteso a tutti i monoteismi); ma facciamo attenzione, perché la morale cambia col tempo e con le necessità, e lo sa bene proprio la Chiesa che infatti nei secoli ha rettificato alcune sue posizioni che prima erano praticamente dei dogmi, e che in alcuni casi ha addirittura chiesto scusa: così oggi gli ebrei non sono più "perfidi e dèicidi", i bianchi non sono più superiori ai neri (e lo schiavismo non è più ammesso), anche le donne finalmente hanno l'anima, il limbo non esiste più e così via. Certo, potremmo aspettare che qualche Papa ammetta anche questo errore, e prima o poi succederà sicuramente, ma nel frattempo quanto dolore ingiusto avranno causato ancora queste posizioni?

2 "l'omosessualità è una scelta"

Di conseguenza, nemmeno questo è vero: se l'orientamento affettivo, prima ancora che sessuale, è una inclinazione naturale e spontanea, l'unica "scelta" possibile, semmai, è se assecondarla e viverla apertamente, sfidando necessariamente le convenzioni sociali e culturali e l'ostilità del potere, oppure se nascondersi -magari per una vita intera- e cedere a questa particolare versione della sindrome di Stoccolma per paura o pigrizia, mancanza di informazioni o illusione di serenità.

3 "gli omosessuali sono sterili"

Premesso che il fascismo mussoliniano è morto e sepolto e quindi non si ha più l'obbligo morale di 'dare dei figli alla patria', è fin troppo facile sottolineare che ci sono anche numerose coppie eterosessuali sterili le quali, per coerenza, dovrebbero essere considerate "contronatura" esattamente come quelle omo. Questo perché quella obiezione considera la procreazione esclusivamente all'interno di un rapporto sessuale tra due persone che hanno stipulato un 'contratto' (matrimonio religioso), la considera come unica ragione per creare la coppia in sè. E ancora prima, e più spesso di quanto si creda, chi fa queste obiezioni riduce la sessualità -uno dei più alti livelli di comunicazione tra esseri viventi- a una questione di mera anatomia e di "incastri" (concavo-convesso); a costoro si deve rispondere con una domanda cruda ma essenziale: l'amore eterosessuale si esaurisce nel coito vaginale? E' tutto lì?
Anche questo con tutta evidenza è un retaggio culturale già superato nei fatti per le coppie eterosessuali, per le quali sono ammessi anche dalle religioni -con alcuni distinguo- la fecondazione artificiale e l'adozione. E meno male che non è più ammesso lo strupro seguito dal sequestro del nascituro oppure l'incesto (vedi le vicende dei patriarchi narrate nell'antico testamento)...

4 "un bambino deve avere un padre e una madre"

Questa affermazione ugualmente scaturisce dall'immobilità della nostra tradizione culturale, fenomeno che in ambito europeo si verifica solo -oppure: in questa misura- in quei paesi dove il cattolicesimo è più forte. Parrà una banalità, ma quello che conta veramente nello sviluppo di un individuo è la qualità dell'affetto e del sostegno psicologico ed educativo che il soggetto percepisce da parte delle figure familiari di riferimento. Ci sono numerosi studi effettuati in paesi dove l'adozione alle coppie omosessuali è consentita che confermano che lo sviluppo dei figli in tali ambiti è del tutto paragonabile a quello che si ha in famiglie eterosessuali.
L'inserimento nella società è successivo all'uscita dal guscio protettivo della famiglia: a questo riguardo è ovvio che in società liberali e senza pregiudizi sull'omosessualità questo inserimento sarà senza particolari difficoltà, al contrario delle società troppo legate alle tradizioni religiose cattoliche (nello specifico, perché le chiese cristiane riformate e protestanti non si producono in quel tipo di condizionamenti sulle società nelle quali sono inserite); e se "la società non è pronta" alla genitorialità omosessuale, come si sente fin troppo spesso dire, è anche perché la società non si comincia mai a 'prepararla'.
Altra obiezione comune è che il desiderio di paternità/maternità da parte delle persone omosessuali sarebbe solo "egoismo": bene, pòsto che questo sentimento appartiene a un gran numero di persone a prescindere dalla loro affettività/sessualità, sarà bene far notare che nessuno può permettersi di giudicare da fuori cosa accade nella testa delle persone.
C'é da rilevare, infine, che a non voler nascondere la testa sotto la sabbia si dovrà ammettere che famiglie omosessuali di fatto già esistono, e sono quelle i cui figli sono nati da precedenti relazioni e sono inseriti nelle nuove realtà familiari di uno dei due genitori, e ovviamente tutte quelle coppie di fatto mai considerate dalle statistiche e dalle istituzioni competenti.

5 "l'omosessualità è una minaccia per la società"

Per esteso: legalizzare le unioni gay sarebbe un pericolo per le famiglie "naturali" e quindi per la società. Curioso che a questa osservazione non segua mai la sua dimostrazione in modo convincente, suffragata da fatti concreti: in che modo costituiscono una minaccia, qual'é il rapporto causa-effetto? L'emulazione? Ma allora perché i gay non diventano tutti etero, visto che gay ed etero vivono da sempre a stretto contatto?
In realtà, tra tutti i luoghi comuni e pregiudizi sull'omosessualità questo è di gran lunga il più pericoloso, perché costituisce di fatto una istigazione quantomeno all'odio razziale, essendo una teoria che insinua una paura non motivata sostanzialmente (infatti è una bugia bella e buona) e suggerisce una soluzione basata sulla discriminazione.
In Italia, poi, dove non esiste alcuna tutela non già per le coppie ma nemmeno per le persone omosessuali, l'affermazione è paradossale e suona come una ulteriore beffa.

_____________________________________________________________

In conclusione, assodato che i pregiudizi di cui sopra sono basati prevalentemente sull'ideologia di religioni che non sono nemmeno condivise e praticate da tutti i cittadini, premesso che non solo l'omosessualità non costituisce un fenomeno innaturale, uno "stile di vita" basato su una serie di pretese ingiustificabili o una minaccia per la società, ma che la questione va prima ribaltata e tirata fuori finalmente dal campo della morale e poi inquadrata da una diversa prospettiva, cioé inserita nel campo della civiltà e dell'uguaglianza, visto che questo Paese è (o dovrebbe essere) laico, domandiamo: perché se i cittadini omosessuali hanno -giustamente- uguali doveri dovrebbero avere solo la metà dei diritti di quelli eterosessuali? Perché ancora non si discute di un istituto almeno equiparabile al matrimonio, di tutele contro l'omofobia e di un freno alla propaganda cattolica contro le persone omosessuali?
Ai ministri che hanno affollato il palco della Conferenza sulla Famiglia di Milano, e in particolare a quello dell'economia Giulio Tremonti (o a chi seguirà, visto che attualmente la sua poltrona, come quella dell'intero governo Berlusconi quater, traballa alquanto) rivolgiamo un appello: che i cittadini omosessuali, coppie e singoli, che come gli altri lavorano, formano famiglie, producono reddito e pagano le tasse con le quali sono finanziati i servizi anche per i cittadini eterosessuali (inclusi i credenti), non solo non siano costretti a pagare più tasse, come auspicato anche dal sindaco di Roma Gianni Alemanno con impareggiabile qualunquismo elettorale, ma che l'imposizione fiscale a loro carico sia ridotta della metà. Almeno fino al ristabilimento dell'uguaglianza dei diritti tra tutti i cittadini.
______________________________________________________________


Già pubblicato qui in versione sintetica; contributi di Tiziana Ficacci, di NoGod: uno e due. Articoli correlati: Elogio dell'eufemismo, Quelli che... serie B, Viaggio in Europa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.nessundio.net/blog/2010/07/30/4278/
http://www.nessundio.net/blog/2010/07/26/4266/


Il mio cntributo agli atti contro natura.

Anonimo ha detto...

Belli i contributi. Buon lavoro, Laura