venerdì 22 luglio 2011

Oslo, mondo



Conosco quelle strade. Il nostro hotel stava dall'altra parte della galleria, verso la stazione; passavamo in galleria a fare un pò di spesa nel supermercato interno, a vedere gli ascensori fare su e giù. Vedere quei palazzi sventrati, vedere le vittime sparse tra le macerie, la capitale di un paese civile devastata nel nome del solito dio, fa male.







Arrivano le prime rivendicazioni, alcune parlano dell'impegno norvegese in Libia e Afghanistan, altre delle vignette su Maometto pubblicate da un giornale cristiano. Una guerra tra bande, di dèi feroci e assassini quanto permalosi, che corrodono come un acido le società in cui si insinuano.
E no, non aveva ragione la Fallaci, non si combatte un estremismo con un altro estremismo, uguale e contrario.
Le religioni generano mostri sanguinari e spietati, vanno sradicate dal mondo, e ricacciate nell'inferno dalle quali provengono.

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Intanto, al suicida Cal sono stati concessi funerali religiosi. Al contrario di Welby. Anche in paradiso ci sono alcuni più uguali degli altri. Per l'ennesima volta, questa chiesa si dimostra di una imbarazzante, squallida ipocrisia.

Meno male, ci sono ancora delle certezze, al mondo.


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