giovedì 21 luglio 2011

Dei pulpiti e delle prediche



Andrés García Torres, sacerdote spagnolo incardinato nella diocesi di Getafe, è stato sospeso e sottoposto a trattamento psichiatrico obbligatorio dal suo vescovo perché accusato di essere gay e di avere una relazione con un seminarista cubano; circola nel web una foto dei due svestiti (almeno dalla cintola in su) e abbracciati, in un apparente autoscatto («faceva caldo», è stata la giustificazione del prete; «è come un padre per me», ha invece sostenuto il giovane).
Entrambi negano, scrive El Pais, ma Torres è uno di quei sacerdoti da sbarco che predica l’immoralità dell’amore omosessuale, e ne scrive spesso in termini conseguenti. A parte l’ipocrisia del sacerdote e la ferocia del suo vescovo, spicca come ancora una volta chi – religioso o no – predica con maggiore ardore contro l’omosessualità, spesso poi viene beccato con entrambe le mani nella marmellata.

Solo l’anno scorso sono saliti agli onori della cronaca diversi casi. Il senatore statunitense Roy Ashburn, tra i più omofobi nel Partito Repubblicano, è stato colto in flagrante mentre usciva ubriaco da un locale gay e ha dovuto ammettere di essere lui stesso omosessuale. Anche i compagni di partito Ken Mehlman, parimenti attivo nelle battaglie anti gay, e Mark Foley, hanno dovuto fare il loro coming out, così come i conservatori britannici Crispin Blunt (sposato e con due figli) e Nigel Evans. Il pastore battista Alan Rekers fu sorpreso al ritorno da un viaggio in Europa insieme a un “rent boy” ingaggiato su internet («mi serviva qualcuno che mi aiutasse a portare la valigia», si è giustificato il pastore), e anche Ted Huggart, a capo di una associazione di evangelici, ha dovuto subire l’outing da parte del giovane escort col quale – sostiene questi – ha avuto una lunga relazione. Kevin Gray, altro pastore evangelico, ha subito una sorte simile. Tutti rigorosamente e orgogliosamente omofobi.

Gli escort coinvolti in casi simili confermano che una parte non trascurabile della loro clientela è composta da religiosi o politici spesso dichiaratamente e rumorosamente contrari ai diritti degli omosessuali, non di rado ferocemente ostili agli omosessuali tout court, per convinzioni ideologiche derivanti dalle religioni che professano, secondo le quali l’omosessualità sarebbe un ‘abominio’. Tranne quando la praticano loro, evidentemente.

Alcuni studi scientifici in effetti confermano l’impressione generale: che non di rado i più accaniti omofobi in realtà avversino solo ciò che essi hanno deciso di non concedersi, e che l’omofobia pubblicamente manifesta ed eterodiretta sia in realtà una distorsione, una deviazione di quella interiorizzata, ovvero della paura di se stessi.

Già pubblicato qui.

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