lunedì 11 luglio 2011

Brunetta show



La scena potrebbe essersi svolta così: interlocutore uno: «lei non sa chi sono io!». Interlocutore due: «lei è un cretino, s'informi!».

Il cretino in questione è l'onorevole Renato Brunetta, ministro della Funzione Pubblica, così come apostrofato dal suo "nemico storico", il minsitro dell'Economia Giulio Tremonti, durante una conferenza stampa di presentazione della manovra economica.

Va in onda il Brunetta show, spettacolo pirotecnico di esibizione di muscoli, lotta senza quartiere contro i terribili fannulloni (di sinistra), i salotti (di sinistra) e i poteri forti (di sinistra), moderno don Chisciotte, che combatte con la terribile arma delle faccine l'Italia peggiore, quella dei precari (di sinistra- senza i quali probabilmente l'Italia non ci sarebbe proprio...). E quella andata in onda l'altro giorno è solo l'ultima delle mitiche litigate col ministro dell'Economia, che aveva già minacciato di prenderlo «a calci in culo» durante un consiglio dei ministri di due anni fa.

Fenomenologia dell'energumeno tascabile (l'epiteto è di Massimo D'Alema) con un bisogno compulsivo di salvare il mondo, che voleva obbigare per legge i figli a uscire da casa a 18 anni, che voleva i poliziotti "panzoni" per strada invece che dietro una scrivania, che voleva e vuole punire con controlli a tappeto i dipendenti pubblici che si davano malati un giorno si e l'altro pure. Come -pare- continuano a fare nonostante le ripetute minacce di fuoco eterno.

Trombato alle comunali di Venezia, in merito alle quali aveva dichiarato che -in caso di vittoria- non avrebbe lasciato la sua poltrona al Ministero (dunque una pretesa di doppio incarico, per quello che è stato uno dei parlamentari più assenteisti quando era a Strasburgo), il ministro che non sapeva rifarsi il letto da solo e che mangia yogurt scaduti è convolato a giuste nozze. Gossip? Forse, ma il nostro eroe è uno di quei politici che vive di esposizione mediatica, grazie soprattutto a queste -ed altre- sparate ad effetto, più che all'efficacia delle sue politiche; e Brunetta è sceso da oltre il 60 per cento a meno del 40 in un anno e mezzo, nel gradimento degli italiani tra i ministri del governo Berlusconi-quater, secondo un sondaggio Ipr-Marketing per Repubblica.it del 15 giugno scorso. Urgono altre sparate, o altre soluzioni per riconquistare il centro della scena, possibilmente senza l'aiuto del collega di governo all'Economia.

Dunque ecco le nozze 'regali', per il ministro, magari non come quelle di William e Kate ma comunque piuttosto interessanti per i tabloid nostrani, che hanno pubblicato la sua bizzarra lista di nozze, comprendente alberi e piante, tappeti di lusso e altri oggetti come costose lampade e tavoli pregiati.
Questo matrimonio, però, si annunciava interessante più che altro per la minacciosa partecipazione di quelli che -coerentemente col loro status di "italia peggiore"- si accingevano a fare casino durante la cerimonia, e si erano già dati appuntamento su facebook per la loro serenata, immaginiamo non gradita. Per cui la sua faccina stava virando verso il disappunto, se non fosse che con un colpo ad effetto le nozze sono state anticipate alla notte precedente; con beffa diabolica per i contestatori e -supponiamo- sghignazzamenti ministeriali e/o gesto dell'ombrello (metaforico) degno di cotanta statura.

Prevedendo le obiezioni di chi al ministro Brunetta tutto sommato vuole bene, a suo credito potremmo citare la proposta di regolarizzazione delle coppie di fatto, i famosi i di.do.re. del 2008. Peccato sia stata una proposta velleitaria, perché persino uno che si definisce «di sinistra, un socialista di Forza Italia» (socialista craxiano, che già era un socialismo sui generis, di quello che il Signor G definiva «il peggior partito socialista d'europa») avrebbe dovuto sapere bene che in uno schieramento clericale come il suo una proposta del genere non sarebbe mai passata. Quindi solo un altro fuoco d'artificio nel suo lungo curriculum di botti.

A proposito: il cretino citato all'inizio era un certo onorevole Trombone...


Pubblicato in anteprima qui.

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