venerdì 14 gennaio 2011

Elogio del metodo 'chiagni e fotti'



Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) ha istituito nello scorso autunno un Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa, con lo scopo di documentare su segnalazione delle chiese locali quelli che vengono considerati episodi di discriminazione dei cittadini a causa della loro fede cristiana, nell'ambito del ben noto -perché denunciato con meticolosa puntualità dalle gerarchie ecclesiastiche- presunto clima di secolarizzazione del continente, un clima definito spesso senza mezzi termini 'anticristiano' o più elegantemente 'dittatura del relativismo'.
In particolare le segnalazioni relative al nostro paese riguardano anche avvenimenti a noi ben noti, come la mancata visita di Benedetto sedicesimo alla Sapienza o la mancata nomina di Rocco Buttiglione a commissario UE, oppure il fatto che nell'anno del Giubileo del 2000 a Roma si sia acconsentito allo svolgimento del World Gay Pride; su tutto domina ovviamente il 'caso Lautsy vs. Italy' sull'esposizione del crocefisso nelle scuole, su cui la Corte europea deve ancora emettere sentenza definitiva.

Se i cristiani in Europa abbiano ragione oppure no a sentirsi 'discriminati' è evidente a tutti, ed è evidente pure che queste iniziative si inseriscono perfettamente nella tattica astuta e aggressiva di questo pontificato, controrivoluzionario pure rispetto alla media dei pontificati dell'ultimo secolo, che in questo caso utilizza il collaudato metodo "chiagni e fotti": trarre vantaggio da un vittimismo del tutto ingiustificato seguitando a imbrogliare il prossimo.

Ora, si potrebbe supporre che il pontefice non abbia letto Esopo e si voglia portare avanti cominciando da subito a gridare 'al lupo' anche nel nostro continente, ma accade che questo tipo di piagnisteo, paradigmatico della disonestà intellettuale e povertà morale dei vertici della CC, suoni particolarmente sgradevole e fuori luogo alla luce delle autentiche persecuzioni che i cristiani stanno subendo proprio in queste settimane in Nigeria, Egitto, Pakistan o nelle Filippine, come ricordato e stigmatizzato dallo stesso pontefice, in una sorta di rovesciamento storico che ribalta di nuovo -in proporzioni considerevoli- le posizioni come si erano cristallizate dall'editto di Costantino in poi, e con la Chiesa adesso immemore delle -vere- persecuzioni che essa stessa ha inflitto per secoli e secoli (fino ad appena poco meno di due secoli fa) a chiunque non si adeguava alla sua dottrina e al suo potere politico, economico e sociale. Al confronto, la sguaiata battaglia contemporanea per continuare a tenere attaccato ai muri, grazie peraltro a un decreto del regime fascista, il suo marchio è davvero piccola.

Anche i papi dalla storia non imparano niente.


Già pubblicato qui.
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Aggiornamento: il sito Uaar scrive oggi che Massimo Introvigne ha ottenuto dall'OSCE l'incarico di rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione. Lo annuncia il sito cattolico Zenit, precisando che Introvigne presterà “particolare attenzione alla discriminazione contro i cristiani e i membri delle altre religioni.
'Chiagnere' paga...

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