mercoledì 23 giugno 2010

Secessione!



Oggi mi gira di provocare.

E' un po' di mesi che non riesco a guardare la televisione, tutto quel puttanaio di regime, quei pollai fatti per instupidire chi li guarda, e quella mezza specie di presa in giro che chiamano 'giornalismo', maggiordomi e camerieri (tolte le eccezioni, ovviamente, e con tutto il rispetto per queste professioni) che prendono lo stipendio direttamente dalla politica o dalle lobbies per dirci che tutto va bene, e se qualcosa va male è colpa di qualcun altro, nel perfetto stile dei notiziari dell'Istituto Luce durante il ventennio fascista.

Proprio la congrega dei maggiordomi ci dice che stiamo per festeggiare in pompa magna (o quasi: chiedasi a Bossi & c.) i 150 anni dell'unità d'Italia; sulla parola "unità" già si scaldano gli animi e si accendono dibattiti, perché pare che non si sia tutti d'accordo, non tanto sull'avvenuta unificazione politica degli ex stati italici in uno solo, quanto sull'opportunità che questo accadesse, cioé se sia stato un bene oppure no. Addirittura, si mette in dubbio che l'Italia sia tutt'ora effettivamente unita, come un solo popolo, una sola cultura e obiettivi comuni.
Su questo avere dei dubbi è più che lecito. Io la penso così: l'Italia non è unita, non è un solo popolo. Non è un popolo.
Vediamo in due parole: l'Italia è una realtà geografica disomogenea, che politicamente presenta sovranità distinte e spesso pure contrastanti tra di loro, distribuite sul territorio a macchia di leopardo. Al sud è Mafiolandia: le mafie dominano indisturbate, quelle delle mafie sono le autorità costituite e riconosciute apertamente e in maniera visibile; anche al centro-nord, certo, ma in maniera più o meno sotterranea, nascosta.
Al nord, al di là delle buffonate leghiste delle marmotte coi fucili tra le valli bergamasche, delle ampolle con l'acqua del dio Po e dei riti celtici, c'é una disaffezione sempre più netta verso lo Stato centrale ('Roma ladrona', direbbe qualcuno mentre si intasca i soldi degli italiani del nord, del centro e del sud), disaffezione che si manifesta vuoi carnevalescamente con 'il Trota' e tutta la sua coreografia di fazzoletti verdi e soli delle Alpi, vuoi invece in maniera assai più seria e credibile, con i sempre più frequenti sondaggi nelle regioni più ricche, che dicono che interi territori vorrebbero staccarsi dall'Italia: il Sud Tirolo, che noi chiamiamo Alto Adige, all'italiana, vorrebbe tanto essere austriaco (e in effetti lo è), mentre dall'altra parte apprendiamo che Como, Varese e tutta la Valle d'Aosta vorrebbero essere annesse alla Svizzera. I motivi sono lampanti, manco a parlarne.
Diffuso come uno sfogo di morbillo poi c'é lo Stato Italiano, quello ufficiale ma che è quello che conta di meno, quello dei palazzi del potere, della Costituzione, degli sperchi colossali e della corruzione elevata a sistema; in realtà è un mondo a sè, tant'é che lo chiamano "casta", ed è in effetti lontanissimo dalla gente, dal cosiddetto popolo, quando in realtà rappresenta tutto fuorché questo. Rappresenta le lobbies, i potentati economici, finanziari, industriali; e massonici: sappiamo bene infatti che dentro a tutto ciò in realtà c'é la P2, cioé una realtà eversiva, sovversiva. Un potere a parte.
Infine, last but not least, c'é il potere assolutista religioso, quello che qui ci interessa di più: il Vaticano, anche questo Stato nello Stato, e non solo in termini geo-politici. Il clero di questo Stato straniero imperversa e comanda pressoché ovunque, in Italia, fa quello che vuole, impone i suoi deliri di onnipotenza, comanda a bacchetta altri poteri costituiti come lo Stato Italiano, ma spesso si fa comandare a sua volta da altri poteri, come quelli massonici, mafiosi, finanziari, in un complicato intreccio di egoismi e relazioni "mercantili" (pecunia non olet, e nemmeno il potere puzza) a volte palesi a volte nascosti. (Scusate se non inserisco nessun link, ma le cronache di questi giorni sono strapiene delle gesta dei porporati affaristi, non ce ne è bisogno.)

Quindi: dov'é l'Italia? Non c'é.

Allora, mi chiedo: a noi sta a cuore la laicità, ma anche la democrazia, quella bella utopia che ogni tanto si realizza altrove, interessano i diritti civili, le libertà individuali, la giustizia sociale. Ma anche se si parlasse 'solo' di laicità, noi che condividiamo questa aspirazione, vista la gran confusione che regna, perché non approfittarne e fare una bella secessione pure noi?
Che ne so, troviamo un territorio anche piccolo, una regione abbandonata lungo lo stivale, ovunque sia, e fondiamo uno Stato democratico, dove siano banditi gli assolutismi di ogni genere, ovvero le religioni e le ideologie politiche, e il faro per costituire una nuova società siano le libertà individuali e la giustizia sociale, che non si senta unita solo durante i mondiali di calcio e che magari non finisca come la Repubblica Romana.

Si può fare?
Fatemi sapere, prima che mi sveglio.

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