martedì 9 febbraio 2010

La vita è bella



Ed è bella per tutti, su questo non vi siano dubbi di sorta.
Ognuno dà alla vita il significato che crede, e tutti, in questo dare significato, hanno ragione da vendere. Non c'é una concezione di vita che prevalga su un'altra, proprio perché la vita è vissuta da tutti, da tutti quelli che sono -appunto- vivi; e questo dà a tutti uguale dignità.

Questo in teoria. Perché la pratica, la realtà è tutt'altra cosa.
Già sul concetto di 'vita' gli animi si scaldano e le correnti si dividono. Eluana Englaro era viva? O era vivo (forse solo vegeto) il suo corpo? Biologicamente parlando, Piergiorgio Welby era sicuramente vivo, sebbene gravemente malato e in una spirale di sofferenza crescente; Rosanna Benzi anche. Terri Schiavo?

Ma la domanda più importante, forse, è: costoro (e tutti quelli che si trovano in condizioni analoghe), erano liberi? Perché vita e libertà vanno di pari passo, non c'é vera vita senza vera libertà, e ciò che unisce l'una e l'altra è un'altra parola: dignità. Si può anche non essere d'accordo, all'inizio, ma poi alla fine tutti arrivano alla stessa conclusione, anche i credenti, che poi usano -legittimamente- la loro libertà in altro modo. Ci si domanda se la libertà sia un "assoluto": forse non sarà un assoluto (l'assolutismo lo lascio volentieri alle ideologie religiose, preferisco il più sano relativismo) ma è senz'altro il bene primario dell'essere umano, la cosa più importante che ha.

Un anno fa il cuore di Eluana, il cuore del suo corpo materiale, cessava di battere, dopo settimane di scontro violento sul suo possibile destino, dopo anni (ben diciassette) di stato vegetativo permanente, di tortura reiterata. Nessuno di noi sa per via diretta cosa avrebbe deciso veramente Eluana del suo destino, dobbiamo obbligatoriamente fidarci di ciò che disse il padre e di alcune testimonianze dei suoi amici.
C'é da sottolineare che se arrivammo tutti, come Nazione, a quel punto, ad anni di carte bollate, battaglie legali, perizie e controperizie, fino all'indecente spettacolo dell'integralismo cattolico a tutti i livelli, se arrivammo a quel punto è perché il nostro Paese è in ritardo cronico su qualsiasi legislazione sui diritti civili e sui temi etici più delicati, e non aveva all'epoca alcuna legge a regolare il fine vita. Non l'aveva e non ce l'ha ancora, clamorosamente, malgrado tutto il clamore di un anno fa, perché soffre di un ritardo culturale imbarazzante, degno di un feudo medievale, o di una teocrazia islamica, dove c'é un potere religioso che si mette sempre per traverso.
I cattolicisti ('cattolicista' è l'equivalente laico della parola 'laicista', usata con disprezzo -e ignoranza- da certi credenti nei confronti dei laici) diedero uno spettacolo indecente: urla scomposte, manifestazioni esagitate, fanatismo feroce (da ricordare che ci sono ancora pendenze legali a carico di alcuni di quelli che con stupida leggerezza hanno definito 'assassino' Beppino Englaro) e isteria collettiva, invero ben 'guidata' da autorevoli esponenti del clero, con annessa minacciosa presenza di picchetti sotto la clinica di Udine dove Eluana stava finalmente per essere liberata. Roba degna di una teocrazia islamica, dicevo. Gente che non ha mai conosciuto personalmente nè visto Eluana nemmeno da lontano, che si arrogava il diritto di mettersi per traverso e invadere il dramma privato di una famiglia. Nauseante, ma dovremmo rassegnarci a vedere ancora cose del genere: perché in questi giorni ricorre il primo anniversario della 'liberazione' di Eluana, vittima e ostaggio dell'ideologia cattolica, che sarà ancora 'usata' -nel senso peggiore del termine- e tirata in mezzo di nuovo anche in Parlamento: ogni volta che qualche politicante cattolico parla della imminente legge sul fine vita, promessa entro l'estate, la frase ricorrente è: "Non ci sarà più un altro caso Eluana Englaro". Detto così chi non sarebbe d'accordo? Ma in realtà è una minaccia che contiene un significato esattamente opposto:

" (...) il Parlamento varera’ una legge sbagliata, se la gente e’ informata dara’ battaglia in tribunale. Loro possono votare tutto quello che vogliono, la maggioranza ha i numeri per far passare le sue leggi, possono provare in questo modo ad ignorare le sentenze della magistratura, ma se la gente sa, se e’ informata correttamente si fara’ sentire, dira’ alla politica: scordatelo di decidere per noi. E allora, se questa legge passera’, sono convinto che appena ci sara’ un altro caso come quello di mia figlia la gente si rivolgera’ ai giudici, la battaglia finira’ in tribunale. Non serviranno referendum, andra’ cosi’: questa e’ una legge incostituzionale che priva i cittadini di liberta’ fondamentali".
spiega Beppino Englaro. Come è logico che sia. Ma abbiamo bisogno di tutto questo, di una nuova crociata sul testamento biologico, delle vagonate di veleno che questi talebani si sono rivelati capaci di rovesciare su tutto e su tutti? Quella legge oltretutto, partendo dal discutibilissimo concetto, in realtà precetto religioso imposto con la forza, della "indisponibilità della vita" (di tutti e per decreto), non farebbe altro che ampliare una consuetudine ipocrita, sullo stile del "si fa ma non si dice", in ossequio alla tendenza clericale di salvare almeno la forma e l'apparenza non potendo più controllare le coscienze come ai bei tempi: la consuetudine di chi si arrangia di nascosto, mettendosi d'accordo con chi ha accesso alla possibilità di porre termine alle sofferenze dei malati terminali nell'ombra, nel chiuso di una stanza, al riparo da occhi indiscreti. Bel progresso, bella civiltà, non c'é che dire. Ma sono cose che possono accadere in uno Stato che abdica al proprio ruolo di rappresentare tutte le istanze e tutti i cittadini a favore della potenza di una religione, di uno Stato che diventa -di volta in volta e a secondo delle convenienze del momento- Stato etico e non più di diritto: si, perché che ci sia una lunga serie di ingerenze clericali nella gestione della cosa pubblica (d'altra parte è il tema di questo blog) è cosa nota.
A parte la dottrina ideologica della indisponibilità della vita (un dio nel quale io non credo perché non si è mai manifestato avrebbe la disponibilità esclusiva della mia vita?), si fa il consueto terrorismo psicologico: se fosse approvata una legge sul fine vita simile, per esempio, a quella già approvata in alcuni municipi di città italiane, allora si arriverebbe subito all'eutanasia, e alla legalizzazione del suicidio, e alla fine anche dell'omicidio, cosa che uno Stato non può essere obbligato a fare. Questa è la tesi. Se vediamo uno che si sta per buttare da un ponte allora potremmo non aiutarlo più, visto che la libertà diventerebbe un bene 'assoluto'; si, più di qualcuno (qui solo un esempio) ha avuto il coraggio di dire una cosa del genere, di mettere sullo stesso piano il suicidio con una legge dello Stato -il testamento biologico, la triste situazione di chi si trova in stato vegetativo (o coma) permanente con accertati danni cerebrali irreversibili, all'interno di una struttura ospedaliera attrezzata e sotto costante controllo medico e al quale si vuole evitare una inutile tortura nonché rispettare le sue legittime volontà, con la figura 'poetica' di quello che, lasciato dalla fidanzata, si vuole buttare dal ponte. Disonestà intellettuale allo stato puro, o debolezza nei confronti della strategia della paura: infatti qui -in Italia- si fa spesso del terrorismo psicologico. Il meccanismo è quello consueto: "se cominciamo con quella tal cosa poi tutto l'universo frana e si distrugge". Poi quando si chiede di esplicare il nesso, di mostrare qual'é il rapporto di causa-effetto tra un fatto e le supposte conseguenze, tutti svicolano: provate a chiedere a chi la propugna di dimostrarlo con passaggi logici, nessuno saprà farlo.


Io non ho le competenze necessarie per trattare l'argomento dal punto di vista scientifico, ma vorrei dare la mia interpretazione da un punto di vista "morale" e soggettivo.
Io ho fatto il testamento biologico; e l'ho depositato. L'ho fatto per tutelare la mia dignità adesso che posso decidere, perché voglio mantenere fino all'ultimo la mia dignità di uomo libero, alla quale tengo più di ogni cosa (come sopra: ciò che fa di me un essere umano, è anzitutto il trinomio vita-libertà-dignità), l'ho fatto perché non voglio che, qualora mi dovessi trovare nelle condizioni di non potermi esprimere, arrivi il fanatico di turno e si impadronisca del mio corpo (della mia libertà), ci infili un tubo o un sondino o chissà che altro, per protrarne all'infinito lo stato vegetativo (che non è vita nè libertà nè dignità) in nome della sua ideologia contorta, o per mettersi la coscienza a posto. O tutte e due le cose. Perché a volte la vita prende una piega che può andare oltre la retorica da pubblicità del Mulino Bianco, e se è vero che chi fa il testamento biologico quando sta bene può sempre cambiare idea, che abbia il tempo di cambiarla o no, può essere vero pure il contrario, e cioé che gli strenui difensori della vita a ogni costo poi possano a loro volta cambiare idea, ma quando si trovassero in condizioni umanamente insostenibili e privi di lucidità, a quel punto sarebbe troppo tardi, sarebbe un pò difficile fermare 'l'esercito della vita' che sta usando il tuo corpo prolungandone l'agonia all'infinito perché la vita "è un bene indisponibile" e perché "c'é sempre speranza".

(Va anche detto che nutrire un cadavere non è tenerlo in vita, alimentazione e idratazione artificiali sono assimilabili in tutto e per tutto alla respirazione artificiale, e a tutti i sistemi di assistenza artificiali senza i quali la vita biologica non sussisterebbe da sola, cesserebbe. E' un atto medico, al contrario di ciò che sostenfono i cattolicisti.)

L'opportunità di decidere, probabilmente, è stata data, anche se in condizioni estreme e all'ultimo momento, guarda caso al capo della cristianità, portavoce di quella ideologia così arrogante con tutti gli altri ma assolutamente incoerente quando si tratta di concedere privilegi, degni eredi di quei farisei che gettavano massi sulle spalle dei fedeli, pesi opprimenti che loro invece non volevano portare nemmeno col dito mignolo. Ipocriti: ma non stanno sempre a parlare di "fine naturale" e di Dio che toglierebbe la vita quando decide lui? Ecco, in quel caso -lo dico da ateo- dio aveva deciso, ma qualcuno si è opposto. Commentando le parole scritte nel Catechismo della Chiesa Cattolica dall'allora cardinal Ratzinger, il papà di Eluana ha detto:

"L'interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie, o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Secondo voi questo non corrisponde alla situazione di Eluana? La verità - ha aggiunto - è che loro alle volte dicono tutto e il contrario di tutto. Si spingono in avanti, poi tornano indietro e non ho mai capito questo alternarsi".
Chi è senza peccato...

Io ho tutto il diritto di avere questa libertà, e se sbaglio a usarla sono affari miei, pagherò io stesso in prima persona le conseguenze del mio -eventuale- sbaglio. E' così terribile da accetare, questo principio? Qual'é il problema? Volete la restaurazione della teocrazia, quando uno solo decideva per tutti, e guai a chi si lamentava?

Alla fine, il tema di fondo è sempre lo stesso: perché alcuni vogliono imporre la loro etica a tutti gli altri?
Nessun laico ha mai fatto picchetti e manifestazioni perché Rosanna Benzi, invece, decise di seguitare a vivere nelle sue condizioni (completamente -salvo la testa, in un respiratore artificiale senza il quale sarebbe morta subito); Welby prese una decisione diversa, ma non ebbe lo stesso rispetto. Quando costoro parlano di Stato, che non avrebbe tra i suoi compiti quello di 'somministrare la morte', non sanno che lo Stato siamo tutti noi, nessuno escluso? Sono i cittadini credenti ma anche tutti gli altri, non credenti o credenti 'critici'. Questi, evidentemente, non contano nulla, noi non contiamo nulla: allora dovremmo rassegnarci in silenzio a prendere al volo le noccioline che gli altri ci tirano da fuori la gabbietta in cui ci hanno rinchiusi? Al legislatore che si accinge a legiferare bisognerebbe chiedere: chi è allora che deve decidere? Deve decidere solo chi ritiene -con grande superbia- di avere la concezione migliore di vita, o magari possono decidere iniseme di dare a ciascuno la libertà di scegliere della propria vita?
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Utile:


'Rassegna stampa' prevalentemente dal punto di vista laico sull'intera vicenda di Eluana Englaro, a partire dal 2006.
Altra rassegna, sull'iter della legge sul Testamento biologico.
Sito della Fondazione Umberto Veronesi, da dove è possibile scaricare un modulo per fare il Testamento biologico.

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