domenica 10 giugno 2012

Super Gay contro Il Terribile Papa


Non c’é niente da fare: i gay dividono e agitano gli animi in qualunque contesto, dai più seri a quelli più leggeri, che però per vaste schiere di persone con interessi e provenienze differenti possono essere comunque serissimi. Adesso l’omosessualità è diventata una questioneanche nel fantastico mondo dei supereroi. L’avreste mai detto?
Sullo sfondo di una espressione della cultura popolare – i fumetti – estremamente affascinante per milioni e milioni di fan, che si appassionano alle gesta degli eroi in calzamaglia (fonte di un immaginario estremamente omoerotico, dove i protagonisti delle varie avventure hanno tutti un fisico scolpito e perfetto, esaltato da tute e abiti pensati non per vestire ma per evidenziare la perfezione di quei corpi), si sta consumando una piccola guerra commerciale tra le due maggiori industrie mondiali di comics: la Marvel e la DC Comics.
Della prima squadra fanno parte ad esempio gli X-Men, Spider man, Captain America, The Fantastic Four, Iron Man e Hulk. Della seconda i più famosi: Superman, Batman, Flash, Wonder Woman. E gli eroi della Lanterna Verde, corpo spaziale che combatte i cattivi cosmici, inopinatamente al centro delle polemiche di cui sopra. Nel prossimo albo della serie nata nel 1940, Alan Scott, alter ego dell’eroe, avrà un fidanzato maschio e lo bacerà sulla bocca con ostentata tranquillità (nel web circolano le anticipazioni delle prime tavole dove si vede la scena incriminata). Questo – pare – in risposta al matrimonio annunciato dalla Marvel tra due X Men, Northstar e il suo fidanzato Kyle Jinadu, entrambi maschi, a proposito del quale l’editor in chief Axel Alonso ha dichiarato:«L’universo della Marvel ha sempre rispecchiato il mondo che sta fuori dalla vostra finestra, noi ci assicuriamo che le nostre storie rispecchino quella realtà. [...] Abbiamo lavorato per oltre un anno a questa storia per assicurare che il matrimonio tra Northstar e Kyle rispecchi questa filosofia».
La DC da parte sua, aveva già annunciato l’anno scorso la nascita di un nuovo personaggio chiamato Bunker, dichiaratamente e serenamente gay; ma la svolta affettiva di Alan Scott della Lanterna Verde non è piaciuta ai fan più accaniti, alcuni dei quali, commentando la notizia sul sito della DC Comics, hanno giurato che non lo leggeranno mai più: troppo radicale la svolta, che invece viene considerata diseducativa dai fan italiani. Magari andava bene un eroe nero o un altro genere di politically incorrect, ma gay no, nel mondo machista, idealizzato e incorrotto dei supereroi non va bene.
C’é un po’ di tutto questo, in effetti, non è solo la rabbia dei puristi che vogliono i loro supereroi cristallizzati un una asessualitàeterna. Come quella di Nembo Kid, poi diventato Superman, che non è mai andato (nemmeno nelle vesti del timido Clark Kent) oltre un casto bacetto alla sua fidanzata storica Lois Lane. E se questo non fosse abbastanza sospetto, si ricordi che di una presunta tresca tra Batman e Robin si parla da sempre: grande amicizia tra i due, condita da più che paterne premure, quanto basta per scatenare (volontariamente?) le fantasie di una parte dei lettori delle loro gesta.
Insomma, sempre i gay a seminar zizzania. Ora, a parte la ovvia considerazione che anche attraverso i comics può passare la strada verso la tolleranza e la fine delle discriminazioni basate sull’orientamento affettivo e sessuale, così come il business e lo sport, dobbiamo ammettere che anche qui da noi servirebbe un supereroe: un Super Gay che sconfigga finalmente il male costituito dall’omofobia a colpi di raggio laser, confinando per sempre in un cristallo di ghiaccio Il Terribile Papa, spedito poi a dormire su Plutone in secula seculorum. Liberando così il mondo da quel super cattivo che vuole imporre la sua terrificante etica a tutti, pietrificando cittadini innocenti, inebetendo schiere di politicanti e succhiando risorse finanziarie e culturali coi suoi tentacoli velenosi.
Il nostro eroe (che sia gay o no alla fine poco importa, per l’economia del racconto) potrebbe vestire ad esempio i panni di un politico che non si piega, non si genuflette, non si sdraia per lungo ad ogni sospiro papale;  quindi una mosca bianca. La trama del primo episodio: Il Terribile Papa appare in una città del nord, adorato da schiere di fan (facciamo che sono state trasportate sul luogo volenti o nolenti) e riunita la folla di fedeli e pseudo giornalisti ridotti in trance, inizia a spargere per ogni dove il consueto veleno, aizzando la folla, lanciando anatemi contro i nemici di turno e istigando alla discriminazione; tutte cose che stanno nel bagaglio consueto della follia ideologica di un personaggio a cui Goldfinger gli fa un baffo.
A questo punto arriverebbe il Nostro, e con grande padronanza dei suoi poteri direbbe una cosa tipo: «Sono le diversità che definiscono i nostri tempi. Diversità di cultura, di credo; di benessere e di possibilità di vita. Diversità di razze, di colori, di speranze. E la diversità non può e non deve essere motivo di scontro. Può e deve essere fonte di aggregazione, di ricchezza, di unità. E, comunque, a tutte e a tutti deve essere garantita parità di diritti. Sono certo che noi possiamo fare tanto se i nostri valori sapranno unire invece che dividere. Credo sia giusto parlare con franchezza, guardandosi negli occhi».
Smash!, colpito e affondato. Idea: e se a recitare il ruolo dell’eroe, con la calzamaglia e il mantello, ci mettessimo l’insospettabile Giuliano Pisapia?
Già pubblicato qui.

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