lunedì 11 aprile 2011

Gagarin, l'umanità esce dalla culla

Il 12 aprile di cinquanta anni fa, in piena guerra fredda e accesa competizione tra le super potenze nella corsa verso lo spazio e la leadership mondiale, Jurij Alekseevič Gagarin ebbe l'onore di essere il primo uomo a volare al di fuori dell'atmosfera terrestre, compiendo un'orbita completa intorno al nostro pianeta in circa 88 minuti. Guardando il mondo dall'oblò della navicella Vostok 1 il giovane cosmonauta sovietico rivelò, in una frase che dovrebbe essere famosa almeno quanto quella di Neil Armstrong sulla Luna nel 1969 («un piccolo passo per un uomo... », frase secondo alcuni costruita a tavolino), che «la Terra è blu... è meravigliosa!». L'epoca dei viaggi spaziali era ufficialmente aperta.

Gagarin fu preceduto dallo Sputnik, primo satellite in orbita, e dalla cagnetta Laika, primo essere vivente in assoluto, nel passo conclusivo dell'umanità che usciva dalla culla della sua infanzia e diventava adulta, cominciando a crescere come civiltà tecnologica esploratrice del cosmo, nonché futura colonizzatrice del nostro sistema planetario: in appena cinquanta anni siamo arrivati sulla Luna, abbiamo inviato sonde presso tutti gli otto pianeti, abbiamo esplorato "da vicino" (tramite gli "occhi" di rover e lander) la superficie di Marte, Titano e di alcune comete e asteroidi; ci accingiamo ad esplorare il mondo dei plutoidi (con la sonda New Horizons che raggiungerà Plutone nel 2015 e poi proseguirà nell'esplorazione della fascia di Kuiper) mentre le "vecchie" sonde Voyager e Pioneer stanno varcando i confini del Sistema Solare, e mentre sta diventando realtà il turismo spaziale, coi soggiorni di alcuni milionari sulla ISS e grazie alla Virgin Galactic di Richard Branson, che sta per partire coi primi viaggi suborbitali.

Nello stesso periodo abbiamo acquisito una mole di dati enorme grazie all'incredibile progresso tecnologico degli strumenti per l'osservazione del cielo profondo, che hanno consentito alla comunità scientifica di formulare una serie di teorie, attualmente in fase di verifica sperimentale, sulla composizione dell'universo e sulla sua storia.

Dalla terra piatta e dalle sfere celesti con le stelle fisse e immutabili, dall'universo geocentrico ad oggi è interessante notare come il progresso scientifico e tecnologico dal volo di Gagarin a oggi abbia subito un'accelerazione di enormi proporzioni, accelerazione che era iniziata con gradualità alla fine del medioevo (che coincide con l'inizio del tramonto del potere temporale delle religioni in occidente), ma che subì una spinta vigorosa proprio nella seconda metà '900: se assumessimo che la storia millenaria della civiltà umana sia durata finora un solo anno, è come se oltre il novanta per cento di quello che sappiamo oggi lo avessimo imparato nell'ultimo minuto del 31 dicembre!

Gagarin, assurto a gloria nazionale sovietica e poi mondiale (le notizie filtravano con lentezza, attraverso la cortina di ferro), conobbe un destino simile a quello di altri eroi moderni: dopo la sua impresa temeraria e leggendaria egli trovò la morte in circostanze anonime, durante una attività che era statisticamente molto meno rischiosa di un volo orbitale intorno alla Terra; ancora giovane, appena sette anni dopo si schiantò in un "banale" incidente di volo con un normalissimo Mig 15, un caccia a reazione come ne volavano già migliaia in tutto il mondo.

Dopo lui e Armstrong, i futuri eroi saranno quei cinesi e forse anche indiani che torneranno a mettere piede sulla Luna, ma ancor di più quegli americani -si suppone- che partiranno per Marte nel 2030, come ha promesso solennemente il Presidente Barak Obama giusto un anno fa: una rinuncia al ritorno sulla Luna per concentrare energie (e finanziamenti) sulla corsa al pianeta rosso, forse per non essere costretto a complimentarsi con i concorrenti come Kennedy dovette fare con Kruscev quel giorno di cinquanta anni fa.

Già pubblicato qui.

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