giovedì 16 dicembre 2010

Italia, i cattolici alle grandi manovre



Il 314 a 311 alla Camera, comunque sia arrivato, non è stato solo la vittoria di Berlusconi e del berlusconismo, ma anche quella del cattolicismo militante, che nel Cavaliere trova un alleato estremamente duttile e disponibile, perché estremamente bisognoso del consenso elettorale che la Chiesa riesce ancora a spostare; non ci deve più sorprendere che il grosso del mondo cattolico riesca a passare tranquillamente sopra alle nottate del bunga bunga, all'aborto della ex moglie del Presidente del Consiglio (al secondo divorzio, per la cronaca) e ad altre allegre trasgressioni alla morale ufficiale della religione, che l'impoverimento della società cresce in misura esponenziale (ma calcoliamo che la povertà è uno dei più grandi bacini 'elettorali' della religione...) perché qui -in Italia e in Vaticano- si parla di politica e non di religione e di morale.

Dunque, vediamo cosa è accaduto nelle ultime ora: anzitutto il cardinal Bertone che incontra Berlusconi alla vigilia del passaggio parlamentare del Governo e in subito prima dell'ennesimo finanziamento a pioggia dello Stato alla Chiesa ottenuta col dirottamento di una valanga di soldi pubblici presi dall'ottox1000 destinato allo Stato verso quest'ultima, merce di scambio sempre di notevole valore; ora, passata la Fiducia, stiamo assistendo alla seconda fase, cioé alla corte frenetica fatta dal Governo ai 'cattolici' in parlamento con l'annunciata creazione di un "gruppo per la vita" forse esterno al Pdl ma comunque nella sua orbita, utile a strappare ai partiti dell'opposizione -incluso in nuovo Polo per la Nazione che vede tra le sue fila il partito cattolico per eccellenza, l'Udc di Casini- quanti più parlamentari possibili sensibili al tema, a cominciare (si dice) dall'ineffabile Binetti. La posta in gioco, o meglio, la merce di scambio è la solita, secondo alcuni osservatori: la legge sul fine vita, invasione dei consultori pubblici da parte delle associazioni pro-vita, ulteriore sostegno del Governo al ricorso contro la sentenza di Strasburgo sul crocefisso, in dirittura d'arrivo, ostacolo all'ora alternativa a quella di religione e così via. Si prospetterebbe dunque una accelerazione dell'attività di Governo verso i temi ancora sul piatto che stanno cari ai cattolici.

In sostanza: la crisi oggettiva del berlusconismo (prima che risorga per l'ennesima volta) e della politica in generale ha fatto gioco un'altra volta anche alla causa dei cattolici, che sempre più si avvicinano al ritorno alla teocrazia moderna, quella rassicurante esercitata 'per interposte istituzioni finto-laiche'.

Vedremo nei prossimi giorni, dopodiché si potrà dire, come diceva Antonio de Curtis: è la somma che fa il totale.

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