mercoledì 12 ottobre 2011

Il 'bene comune'



ll Papa auspica la formazione, da parte dei cattolici (senza precisare esattamente quali), di «una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere [in politica, ndr] non tanto interessi di parte, ma il bene comune». Questo intervento, ultimo di una lunga serie di esternazioni con lo stesso contenuto, mentre è in preparazione l’incontro di Todi del prossimo 17 ottobre del Forum delle Associazioni cattoliche, dove si metterà un altro tassello nella costruzione del prossimo partito cattolico e si proverà a fare il punto di anni di illazioni, smentite e auspici, della parte più politicante di quel mondo. Il sogno, pare, è una nuova DC.

In effetti, è inutile fare paragoni con la vecchia Democrazia Cristiana (salvo forse nella tendenza all’inciucismo e al talento da ‘ago della bilancia’, tipico della partitocrazia della prima repubblica?), erano altri tempi, e non c’era un pontificato così aggressivo nel suo assolutismo e nella sua pretesa egemonica a tutti i livelli, nella sfera pubblica come in quella privata dei singoli cittadini. Altresì, noi speriamo non si voglia fondare, invece di una nuova Democrazia Cristiana, un soggetto ‘geneticamente modificato’, che potremmo chiamare con identico acronimo: DC, Devoti della Contestualizzazione, per il garantismo etico a senso unico dimostrato per anni nei confronti della deriva ‘orgiastica’ e disonesta della politica. Oppure Demolitori della Costituzione, per l’interpretazione originale della nostra Carta fondamentale al capitolo Concordato. O magari Discriminazione Continua, per l’esibita ostilità verso le libertà individuali e i diritti civili. O infine Depauperamento Coatto, per il disinteresse mostrato – rispetto alle conosciute manie sessuofobiche – verso le fallimentari politiche economiche dei governi degli ultimi venti anni. Ovviamente speriamo di sbagliarci, ma questa è tutta roba che c’é già, signori d’Oltretevere, c’é già.

Tra i propugnatori del progetto (o della minaccia, a seconda dei punti di vista) c’é grande confusione tra moralità, l’obiettivo dichiarato, e moralismo, il più grande risultato mai raggiunto da costoro. In ogni caso, se ne parla. Se ne parla negli ambienti chiusi delle lobbies cattoliche, e anche pubblicamente ma in codice cifrato: oggi ne parliamo e lasciamo intendere a chi ha orecchie per intendere, ma poi recapitiamo puntuale la smentita (la chiesa non fa politica, non fa o disfa governi e così via negando l’evidenza). Dall’esterno delle preziosissime stanze vaticane, pare di vedere il papa, i vescovi e i loro seguaci nella posa di quei soggetti che alle feste o in discoteca negano ripetutamente di avere voglia di ballare, seduti, mentre muovono ossessivamente il piede al ritmo della musica. Santità, se vuole ballare si butti in pista e si scateni, si liberi!

Almeno fino al 17 prossimo, dunque, resterà il mistero, ma intanto possiamo fare alcune ipotesi su quali saranno le linee guida della nascente formazione, che per comodità chiameremo DC, Democrazia Cattolica (chi vuole potrà inserire un punto interrogativo tra parentesi subito dopo la D). Avendo chiara in testa l’espressione chiave usata dal pontefice: il bene comune.

Per il bene comune, la DC considererà come unica forma di famiglia riconosciuta e tutelata quella eterosessuale finalizzata alla procreazione; per il bene comune la DC promuoverà l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche ad opera di insegnanti che continueranno ad essere scelti dal vicariato e pagati dallo Stato, materia che seguiterà ad essere determinante ai fini della valutazione dello studente. Per il bene comune la DC tutelerà la vita sin dal concepimento, ‘ritoccando’ la legge 194 e rendendo più ‘umana’ la legge 40; per gli stessi motivi verrà confermata la legge sul biotestamento che sta per essere approvata. Per il bene comune la DC esonererà definitivamente gli immobili ecclesiali dal pagamento dell’Ici, anche quelli che attualmente devono; per il bene comune la DC intensificherà la la promozione della laicità positiva e della lotta al relativismo (altrui) e alla secolarizzazione, nella convinzione che solo chi resta in cerca di dio riesce a vivere la vita nella sua pienezza; o giù di lì.

Come dite? Già sentito? Sì, ma volete mettere con la fine dell’ipocrisia della Chiesa-che-non-fa-politica?

Pubblicato ieri qui.

Nessun commento: